I rami caduti durante la nevicata del 17 dicembre, ancora ammassati ai bordi delle strade, dovevano essere venduti a un impianto a biomasse. Ma lo vieta un decreto di dicembre, passato grazie alle pressioni dei compostatori. E nessuno lo sapeva. Come i lobbisti fregano i politici
da Repubblica Firenze del 17 Febbraio 2011
Duemila tonnellate di rami caduti ora un decreto ostacola la vendita
Gli alberi abbattuti due mesi fa dovrebbero andare a Calenzano. L´assessore: non importa, andiamo avanti
A due mesi esatti dalla grande nevicata del 17 dicembre, i rami caduti dagli alberi sono tutt´oggi ammassati ai bordi dei viali e rischiano di rimanerci ancora. Un inaspettato macigno pende sopra l´accordo che l´assessorato all´ambiente ha stipulato con l´impianto di cogenerazione a biomasse di Calenzano per smaltire le 2mila tonnellate di pini. Si chiama «decreto legislativo 205/2010», è stato approvato il 3 di dicembre dal parlamento e stabilisce che tutti gli scarti di vegetazione di parchi e giardini urbani devono essere considerati «rifiuti organici». Perciò non possono più essere bruciati per produrre energia elettrica, ma devono essere smaltiti. Un bel problema perché l´impianto di compostaggio di Case Passerini è già pieno. Inoltre portare tutta quella massa di frasche in una discarica fuori città costerebbe 10 euro a tonnellata, cioè 20mila euro in tutto. Invece, mandandole a Calenzano, Firenze ci guadagnerebbe 5000 euro.
Alla Biogenera srl nessuno era a conoscenza di questa nuova norma: «Fino ad oggi bruciavamo solo resti provenienti dalle foreste e questa è la prima volta che ci serviamo di potature urbane» spiega l´amministratore delegato Stefano Sbraci, che dice di aver già «allertato i legali». Sul sito del Consorzio italiano compostatori il decreto è descritto con toni entusiasti. Una nota spiega che «qualora ce ne fosse bisogno, gli scarti vegetali di giardini e parchi sono e rimangono rifiuti». Secondo il sito di informazione Linkiesta, sarebbe stato proprio un lobbista del consorzio a convincere i parlamentari a inserire i resti degli alberi urbani nel decreto, perché nel nord Italia i numerosi impianti a biomasse stanno portando via il lavoro a quelli di compostaggio. Tant´è che i deputati leghisti si sono subito allarmati per le proteste dei loro sindaci e stanno preparando una modifica di legge, che però richiederà almeno tre mesi per compiere tutto l´iter parlamentare, dalle commissioni alle camere. Praticamente l´intero inverno. Sbraci, però, pensa positivo: «Da noi non esiste la competizione fra biomasse e compostaggio, forse perché siamo praticamente soli in Toscana e c´è materiale per tutti». Anzi, ammette di voler stipulare altri accordi come quello con Firenze anche con altri Comuni.
Mentre a livello nazionale la discussione continua, non indietreggia di un metro l´assessore fiorentino, Stefania Saccardi: «Abbiamo fatto un ottimo affare, invece di spendere andiamo a guadagnare e diamo una mano all´ambiente», afferma, stupita dall´esistenza del decreto: «Noi andiamo avanti, perché riteniamo che un esempio di buona amministrazione non può essere fermato da battibecchi così insensati. Se poi a qualcuno non andrà bene, prenderemo le nostre contromisure».