…canta Fabri Fibra. E ieri molti hanno tentato di farlo alla fiera del lavoro a Firenze, la Job Fair. Ma dentro c’era la Sadness Fair (tristezza). Voce bassa e visi lunghi. I responsabili delle risorse umane erano rari come i sorrisi. L’unica soddisfazione era la carabiniera da film dei Vanzina.
Le code erano piene di persone di una certa età nei pochi stand delle aziende famose (Targetti, Unicoop, ecc.), corte e cariche di giovani negli altri, soprattutto le straniere (General Electrics, ecc.ecc.). Pochissime società avevano i veri addetti alla selezione del personale a parlare con la gente. Molti avevano impiegate o addirittura standiste. Che uno si domanda: che cavolo possono dirti due ragazze in minigonna buttate lì per l’occasione? “Grazie, le faremo sapere”. Ma che mi fai sapere, non sei assunta neppure te?
Invece vincono a mani basse i carabinieri: le due soldatesse in servizio erano una enorme (della serie, “se ci sono io, ci potete essere voi”) e l‘altra mora, capelli a caschetto scalati, labbra carnose, occhi grandissimi e neri, un filo di trucco e un fisico da urlo. Dalla prima non si fermava nessuno. Alla seconda chiedevano informazioni anche i no-global.
Vista tutta la scena, ho avuto l’ennesima conferma che non c’è interesse a far ripartire l’economia. Ed è inutile che poi la Marcegaglia pianga miseria davanti alla finestra di Berlusconi. In fondo il 50% degli stand era occupato da agenzie per il lavoro, un buon 15% da siti e giornali di annunci, un 20% da aziende che raccattavano solo curricula e solo un 15% che cercava veramente talenti. Insomma, che sadness per chi ha davvero bisogno.