Gheddafi frega le donne alla Lega

Una ragazza col Glorioso Corano donato da Gheddafi

Condividono il colore di riferimento, il verde, e ora condividono anche le ragazze. Anzi, quelle se l’è prese il libico. Sotto gli occhi, e con la benedizione, del governo di Maroni, Bossi e gli altri leader padani. Almeno adesso i celoduristi leghisti avranno motivo di dire che gli arabi fregano loro le donne.

E’ inutile che la Lega ora faccia l’opposizione, gridi allo scandalo per l’arrivo di Gheddafi, che non è stato accolto come un capo di stato, come hanno fatto Spagna, Regno Unito o Stati Uniti, ma come un amicone. Anzi, come uno che fa folklore. Lo fa pagando le ragazze per venire a convertirsi. Lo fa invitando l’Europa a diventare islamica.

Bene, bravo, bis. Questa volta avrebbe ragione la Lega a dire “abbiamo dato un dito a questo arabo, si è preso il braccio”. Solo che questo l’ha accolto proprio la Lega di Governo.

E non mi vengano a dire che la colpa è delle ragazze, che si sono fatte pagare per andare lì ad ascoltare Gheddafi. Perché queste hanno solo fatto le comparse. Sennò dovrebbero impiccare quelle che si sono fatte pagare per andare a letto col Premier, con il doppio obiettivo di guadagnare e ottenere un favore, spesso un lavoro nello spettacolo o in Parlamento (e l’hanno anche ottenuto). Ma non mi sembra che il centrodestra le abbia toccate. Cioè, almeno non per accusarle.

Una tendopoli alle Cascine

Festa Democratica

Alle Cascine, il parco di Firenze, hanno messo su una tendopoli. Ci stanno un sacco di stranieri: marocchini, brasiliani, argentini, africani. Vendono vestitacci, tamburi, borsette. Cucinano e mettono musica a palla. Ah no, scusate. Mi dicono che è la festa del Pd.

Tremonti e i diritti perfetti (occhio alle curve)

Tremonti

Giulio Tremonti

Giulio Tremonti: “Una certa qualità di diritti e regole non possiamo più permetterceli. I diritti perfetti nella fabbrica ideale ti fanno conservare i diritti perfetti, ma poi perdi la fabbrica che va da un’altra parte”. Lo ha detto davanti alla platea ciellina del Meeting di Rimini. Cosa vuol dire? Che bisogna passare oltre i diritti? Che ci vogliono più curve? No, quello l’avrebbe detto Silvio. Se intendeva che bisogna essere più flessibili, ha sbagliato tutte le parole. Ma secondo me intendeva proprio che i lavoratori devono rinunciare a un bel po’ di diritti. Magari anche la salute, o il tempo libero. La Cina è vicina.

Off-shore milionari anche per Silvio

l'Hawker 390 di Berlusconi

7 milioni per un aereo privato nuovo, uno yacht usato da 15 milioni di euro, un barcone da 6 milioni e appena uscito dai cantieri per il figlio. Per la famiglia Berlusconi la crisi è solo politica. Ma il bello deve venire. I mezzi del Papi sono di proprietà di società con sede in paradisi fiscali. E poi parlano di Fini

Bechi’s blog

Giovani italiani, fuga a Bruxelles

Unione Europea

Ho appena la notizia che un quarto delle domande per gli stage (pagati) all’Unione Europea arrivano da cittadini italiani. Secondo La Repubblica degli stagisti per i tirocini del 2010 si sono candidati 5827 (3717 femmine e 2110 maschi) giovani del bel paese su 21mila totali. In pratica oltre un candidato su quattro è italiano.

Ovviamente il blog affronta seriamente la questione. Si domanda il perché di questa fuga, e la risposta è facile. C’è un rimborso spese da 1000 euro al mese (da noi? spesso manco 1) e grosse possibilità di far fruttare l’esperienza a Bruxelles. Insomma, un modo per sfuggire dal Bel Paese.

La notizia ha fatto pensare anche me: cazzo, mi sono dimenticato di fare richiesta! Poi ho visto che scade il 1° settembre e mi sono sentito meglio

Servi all’infinito, e oltre…

Vittorio Feltri

“Ogni quotidiano conquista il pubblico con il materiale di cui dispone. La Repubblica con i diari notturni di mignotte da 1000 euro a botta; il Giornale con gli appartamenti di An venduti a società offshore a quattro soldi e occupati dai familiari del presidente della Camera”. Lo scrive Vittorio Feltri su Panorama. E penso che Boffo non sarebbe d’accordo…

Devo dire che il fondo lascia a bocca aperta. Gli attacchi a Repubblica di servilismo a Fini sono continui, accuse bellissime da uno che ha tirato fuori la storia della casa di An affittata a prezzo scontato al cognato solo dopo che il cognato l’ha messo in quel posto al padrone, il caro Silvio. Senza contare che mentre Scajola era stato corrotto (reato) da Anemone comprandogli una parte della casa, su Fini non c’è reato, anche se la moralità è discutibile.

E poi la storia dei diari notturni. Bellissima. Come se non ricordasse di Boffo, quello che Feltri ha fatto dimettere da L’Avvenire dopo le critiche al caro Silvio, con tanto di dossier segreto: era uno stalker gay. “La ricostruzione dei fatti descritti nella nota non corrisponde al contenuto degli atti processuali” ha scritto novanta giorni dopo il “direttore”, che nel frattempo aveva rovinato la vita e la reputazione del povero Boffo. Una “doverosa precisazione”, ha aggiunto che riguarda “una persona perbene”.

A me una volta scrissero su una bacheca universitaria che avevo la faccia come il culo. Ecco, spero che qualcuno l’abbia scritto anche sulla bacheca della redazione di Panorama, rivolgendosi a Feltri.

Se il ricercatore sta con i baroni

Macchiarini

Il chirurgo Macchiarini

Il caso Macchiarini: il superchirurgo dell’ospedale di Careggi (Firenze), tornato dall’estero e osteggiato dalla facoltà, che ha annunciato di voler lasciare Firenze perché non gli danno la possibilità di operare e insegnare. Ora interviene un ricercatore, che lo accusa di voler andare oltre la burocrazia (e le baronie). Non capendo che è proprio quello il problema, anche per lui.

Dopo l’annuncio che se ne sarebbe andato, Macchiarini è stato invitato a restare dal governatore Rossi, che lo aveva chiamato. Lui ha detto “resto pure, ma possibile che il mio curriculum non basti”? No, non basta. Perché il preside della Facoltà, inquisito per aver taroccato dei concorsi per diventare professore, ha detto che la burocrazia prevede concorsi, tempi di attesa ecc.

Ora interviene il rappresentante dei ricercatori dicendo, praticamente, quello vuole tanti soldi, l’università non ce l’ha, noi ricercatori, che stiamo qui aspettando da tempo un posticino, rimarremo senza stipendio e lui pensa al suo.

In realtà il discorso è un altro: tutti si sono messi in fila per entrare (e, aggiungo, leccando il culo a destra e a manca), e quello vuole arrivare ora e metterlo in quel posto ai grandi baroni, invece di leccarglielo? Bè, io capisco tutti, ma sto dalla parte di chi vuole buttare all’aria il banco, se il banco è truccato. Invece non tutti lo vogliono fare. Perché chi lascia la strada vecchia (baronie) per quella nuova (meritocrazia), sa quello che lascia, ma non sa quello che trova