Festa del Pd: il mondo è tutto un Ballo liscio (in maiuscolo)

L'ultimo comunicato della Festa del Pd di Firenze

L’ultimo comunicato della Festa del Pd di Firenze

Un “world café” per discutere della “città del futuro”. Il tutto presso lo Stand del Ballo liscio (rigorosamente in maiuscolo, a differenza del world café). Ah, la Festa dell’Unità, o del Pd, o Democratica, che dir si voglia. Per parafrasare quel film «Che bella gente, e che buon vino».

Ti presento chi aveva ragione

Il Pd di Sauron (il Signore degli Anelli)

Il Pd di Sauron (il Signore degli Anelli)

I critici della nuova campagna pubblicitaria del Pd hanno avuto torto: è un successo. Solo nella pagina facebook di Ti Presento i Nostri ben 218 persone hanno mandato la loro foto per apparire, anche di più su Conosci i Miei? Non mancano gli sfottò, anche divertenti. Ma è un male? La pubblicità Meno tasse per tutti di Berlusconi fu ridicolizzata a destra e a manca, ma poi vinse le elezioni

Il Pd di Firenze al party del 1° maggio

La vignetta di Vauro

La vignetta di Vauro

Ieri sera il Pd fiorentino ha dato ragione a Renzi nel tenere aperti i negozi il 1° maggio. Ora i suoi esponenti pubblicizzano le feste di partito per la festa dei lavoratori sui loro profili Facebook. Chi ci andrà, se tutti sono a lavorare o a fare shopping? Non chiamatele feste, chiamateli party. E’ più intimo, suona meglio.

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Renzi, rottamati anche i nei

Matteo Renzi

Matteo Renzi

Ieri sera l’Ansa ha fatto notare una curiosa caratteristica del nuovo libro di Matteo Renzi, che nessun giornale ha ripreso. Confrontando la copertina di Fuori! con quella del Rottamatore del Pd di David Allegranti, mancano dei nei. Anzi, mancano tutti i nei. Li avrà rottamati? Guardare per credere

 

 

 

Fuori!

Il rottamatore del Pd

Il rottamatore del Pd

Una tendopoli alle Cascine

Festa Democratica

Alle Cascine, il parco di Firenze, hanno messo su una tendopoli. Ci stanno un sacco di stranieri: marocchini, brasiliani, argentini, africani. Vendono vestitacci, tamburi, borsette. Cucinano e mettono musica a palla. Ah no, scusate. Mi dicono che è la festa del Pd.

Pd, IdV e lo sciopero della stampa

Una foto che mi piaceva...

Oggi ho voglia di scrivere, sarà lo sciopero. E proprio di sciopero c’è da scrivere. Perché, per caso, ho chiamato l’ufficio stampa del Pd al Senato, che mi ha risposto. Niente sciopero (anche gli uffici stampa dovrebbero farlo). Chiamo quello dell’Italia dei Valori, e mi dice “oggi sono in sciopero”. Domande?

Dalle starlette politiche ai politici starlette…

Matteo Salvini (e) una starlette

Matteo Salvini (e) una starlette (Lumumba, padana nel sangue, nella pelle e nel collare...)

Accendo la tv mentre prendo un bicchiere d’acqua e cosa vedo? su Pomeriggio 5 della D’Urso c’è una ragazza che vuole “donarsi” a Ahmadinejad e a discutere con lei ci sono una scrittrice (mai sentita), una tizia sconosciuta, uno che sta zitto, Salvini della Lega e una certa Rozza del Pd. Ma che ci stanno a fare due politici?

Il discorso è serio, più di quello della ragazza, che inizia mostrando il suo test di verginità per smentire i dubbi di Piero Chiambretti, che l’aveva intervistata settimane fa. E qui verrebbe da dirsi: E ‘sti cazzi?

Ma la cosa grave è vedere due “politicanti” parlare di queste canvolate in tv. E vederli cadere in basso: “ma tu sai cosa è l’Iran”, “ti auguro la poligamia del tuo dittatore”, “vorresti quella società qua?”, “sei libera di fare quello che vuoi”, “ma tu giudichi le donne di qua per le loro scelte”? Queste frasi non le ha dette la scrittrice belloccia che parlava guardando in camera, come se ci fosse un gobbo da leggere. L’hanno dette i “politicanti”.

Ora, la ragazzina è quello che è e tutto ciò che fa ha come obiettivo quello di farsi conoscere. Un giorno, quando nessuno si ricorderà di lei, venderà la sua verginità all’asta per tornare a farsi intervistare ed essere chiamata per le serate in discoteca con budget da 12mila euro a notte.

Ma i “politicanti” che stanno lì? Non solo legittimano le cazzate di questa Noemi Letizia chiacchierona, che invece di darla al primo stronzo famoso che passa dice solo di aver voglia di farlo con uno stronzo, ma danno un’immagine della poltica penosa.

All’Università mi dicevano che per un politico andare a parlare in uno show dove non si parla di politica è ottimo, perché ci si fa conoscere mentre la gente è rilassata, non ha la barriera alzata per timore che i politici la freghino. Ma così è veramente troppo. Dalle starlette che diventano politici siamo passati ai politici che diventano starlette.

Popolo Viola, Il Fatto, Annozero e gli scandali di Berlusconi. Ma poi vince la Lega Nord

Umberto BossiQuest’anno gli anti-Berlusconi hanno fatto molto parlare di sé. La nascita del Popolo Viola, del Fatto, gli interventi di Travaglio, la censura su Annozero, sono andati a braccetto con gli scandali, dalle escort a Trani, che hanno travolto il presidente del consiglio. Si va al voto e tutti si aspettano un boom del centrosinistra, o almeno di Di Pietro. Si va al voto, e si crede che Berlusconi possa cadere. Finisce il voto e si scopre che la Lega ha stravinto, di nuovo, che Grillo ha portato via voti al centrosinistra e molti si sono astenuti (e di questi, diciamolo, ai politici non frega un cavolo).

La domanda è dovuta: perché? Perché l’antipolitica non porta voti ai partiti veri e propri, ma ai movimenti. E, che ne voglia dire Di Pietro, il vero movimento italiano, quello che la gente sente vicino giorno dopo giorno è la Lega, e si sa da almeno dieci anni, ma nessuno sembra capirlo. La sinistra crede che quel tipo di populismo imploderà da solo. Imploderà in un momento di crisi? Un pensiero folle.

Ieri Il Fatto chiedeva un voto contro Berlusconi. Ma molti degli elettori di centrosinistra non hanno votato, perché disaffezionati da uno schieramento che non ha idee, non ha leader, e a cui è richiesto molto di più, in quanto a rettitudine morale, serietà e capacità politica, rispetto al PdL (i cui elettori, comunque, si stanno spostando verso la Lega, considerata più presente e più seria).

Altri hanno scelto Grillo, come quelli della Val di Susa, dove, a Susa, il movimento 5 stelle ha preso il 16%, la Bresso il 33%, ma ha vinto Cota col 46%. Che la Tav, invece, la vuole eccome. Insomma, hanno sparato sulla Bresso, decisamente pro-Tav, per ritrovarsi uno che neanche andrà a discutere con loro e la Tav la farà. Ma c’è l’idea che “sono tutti uguali” e allora chi se ne frega di chi vince. E questo nonostante il candidato del M5S sia un personaggio capace di dire su Radio Padania “noi dobbiamo stare vicini soprattutto ai nostri negozi che vivono la competizione di immigrati, regolari e non. Gli immigrati vanno aiutati a casa loro”. Insomma, un leghista mascherato.

Ho un’altra domanda da fare, però. Ma ha davvero vinto Berlusconi? Mica tanto. Il PdL è caduto al 26%, al pari di uno scarso Pd. I candidati vincitori Polverini e Scoppelliti sono finiani. Cota e Zaia sono leghisti. Formigoni è a sé, guida ed è spinto da Comunione e Liberazione. Resta Caldoro, in Campania, ma dietro c’è Cosentino e il suo sistema di potere molto poco chiaro. I candidati scelti in persona da Berlusconi – Faenzi, Bernini e Modena – hanno straperso, con distacchi anche del 23%. Peggio di tutti è andata al ministro Fitto, che ha candidato nella sua Puglia lo sconosciuto Palese, che ne ha prese da Vendola. E adesso Berlusconi è assediato dalla Lega, di cui non può fare a meno e che l’ha superato in Veneto. Ma Bossi è furbo, ha detto che l’unico partito che regge allo tsunami leghista è il PdL. Un modo per tenere tranquilli gli alleati mentre gli si porta via la base.

Ennesima e ultima domanda: ma l’opposizione? Forse accetterà che Berlusconi non cadrà da solo. De Magistris (IdV) parlava di un 9 a 3 di regioni per il centrosinistra. È finita 7 a 6. Lo faranno un ragionamento? Perché è inutile dire “Ma l’Italia dei Valori viaggia sul 9-10%”. Ha perso, come tutta la sua coalizione.

E il Pd, unica vera alternativa, visti i numeri, a Berlusconi, è in crisi vera. Aspetta che il Berlusconismo si estingua. Ma a quel punto sarà salita la Lega, che porta avanti un progetto e un sogno, il federalismo, e non sarà facile batterla. Se il Pd non si mette in testa che deve dare agli elettori un programma e un sogno, non andrà da nessuna parte. Infatti ha preso un +1% rispetto alle europee.

Basta con i candidati da Roma, che, come in Veneto, vengono doppiati dal centrodestra. Guidi un sogno di rinascita con un’idea seria, non spot elettorali dove ogni capetto dice la sua, ogni volta diversa. Basta con i candidati che si trasferiscono nella capitale e tornano solo per i voti. Basta con consiglieri comunali che non sanno neppure quali sono le zone degradate della propria città. È deprimente, i leghisti adorano il proprio territorio, lo vivono e lo conoscono.

Ma soprattutto, caro Pd, basta con la rincorsa agli operai. Non sei il Pci. Parla agli operai che ti vogliono ascoltare, ma soprattutto ai precari, ai giovani, ai liberi professionisti, ai piccoli imprenditori, a quelli che credono nella giustizia sociale, in un sistema liberale che dia a chi lavora e se lo merita, e non a chi è più furbo, il successo, in una democrazia partecipata e rispettosa dei cittadini. Proponi un sistema dove tutti possano crescere, investire e guadagnare, se sono in gamba.

Caro Pd, lascia perdere quelli, operai, imprenditori o chicchesia, che credono nel guadagno facile, nella strada più corta, nel “noi prima di loro”, dove “noi”, a seconda dell’insieme preso in considerazione, sono gli italiani contro gli immigrati, i lombardi contro gli altri italiani, i varesini contro i milanesi, i cristiani contro i musulmani, il giardino della mia famiglia contro quello dei vicini, io contro il fisco. Questi non ti voteranno mai, a meno che tu non la pensi come Berlusconi o la Lega Nord. Ma, in quel caso, voterebbero l’originale.