Il 21 febbraio aprirà in Bulgaria lo stabilimento della Great Wall Motors, la più grande compagnia cinese di auto. Occuperà 2mila persone e produrrà 50mila auto all’anno. In Polonia la Fiat ne produce 600mila con 6mila dipendenti. Che preferirebbero lavorare per i cinesi.
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Marchionne e lo stile “intellettuale di sinistra”
Diciamocelo, il nuovo stile di Marchionne sembra uscito dagli anni ’70. Assomiglia a un prof rivoluzionario. E’ più a sinistra dei sindacalisti con cui ha a che fare. Barba, maglione, camicia, e sciarpa grezza. Roba da festa dell’Unità.
Ha vinto il sindacato tedesco
Quando in Germania il sindacato accettava di lavorare di più per salvare le aziende e senza aumentare gli stipendi o di non farsi pagare gli stipendi per uno o due mesi, i sindacati italiani urlavano che qui non era applicabile la stessa politica. Ora l’occupazione è al massimo storico in Germania, mentre in Italia è la disoccupazione a volare.
A Roma, i sindacati sono di nuovo in piazza a dire che non vogliono venire a patti e intanto hanno perso su Fiat. Certo se i tedeschi sono così, è anche merito di imprenditori seri e coscienziosi, che nel Belpaese scarseggiano. Ma non sono tanti neppure i rappresentanti dei lavoratori che guardano un po’ più in là del loro naso e della loro busta paga.
Emma salva l’Italia con le società in Lussemburgo
Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria, ha detto che gli imprenditori vogliono salvare l’Italia. Però le sue holding hanno sede in Lussemburgo e Irlanda, paradisi fiscali. Altri industriali, come Marchionne, hanno la residenza in Svizzera o a Montecarlo. E le tasse le “pagano” lì, con grande soddisfazione di noi contribuenti italiani.
Lega per il Nord, ma non per le aziende
Da quando la Lega è salita al governo, ha fatto tanto per le aziende italiane: molte delocalizzano in Svizzera, i libici sono entrati nel cda di Unicredit, Juventus ecc, Fiat va in Usa e ora Parmalat va ai francesi e Alitalia sembra pronta a fare altrettanto. Bossi urla per la “italianizzazione” delle aziende, ma intanto le perdiamo tutte.