Il lato oscuro dell’Huffington Post (in Italia)?

Arianna Huffington

Arianna Huffington

150 milioni di dollari. E’ la cifra chiesta dai blogger dell’Huffington Post ai gestori del sito. Dicono di aver lavorato come giornalisti, ma nessuno li ha pagati. Hp risponde che il pagamento è la visibilità. Difficilmente la class action dei blogger avrà successo, però è bene che si sappia che stiamo parlando di un’azienda che si è arricchita sul lavoro gratuito di gente che era stata (e si era) illusa.

Chi ha accettato di scrivere senza compenso ora può reclamare ben poco. Nel mondo dell’editoria e della comunicazione questa pratica è troppo diffusa: “vieni, scrivi un po’, ti fai vedere e magari un giorno…”. Magari niente, perché a chi conviene assumere o prendere uno che lavora gratis? Forse andrà via? Pazienza, ne troviamo un altro, pure più bravo.

In Italia questo fenomeno è proprio di tutte le realtà editoriali online, ma anche i grandi gruppi storici tendono a riempirsi di collaboratori sottopagati se non addirittura non pagati, soprattutto nelle redazioni più periferiche, lontane dalla capitale dell’impero. Il Gruppo Espresso ha firmato un accordo con Hp, una joint venture per creare l’Huffington italiano. Come sarà? Chi ci scriverà? Quanto (non) saranno pagati questi scrittori? Lo scopriremo solo leggendo.

2 commenti su “Il lato oscuro dell’Huffington Post (in Italia)?

  1. Buongiorno,
    Vorrei cortesemente segnalare che l’utilizzo del nome “STAY BEHIND” come titolo a questo interessante blog, può sicuramente trarre “confusione” nei lettori relativamente al significato stesso della parola “STAY BEHIND” che è legata strettamente alla Struttura Militare della rete NATO (in Italia conosciuta con il nome di GLADIO). Premesso ciò è sottineteso che tutti gli appartenenti a tale organizzazione (Gladio compresa), si dossociano da chiunque utilizzi in modo eticamente improprio tale nome, magari al solo scopo di attirare facilmente l’opinione pubblica a causa della coincidenza con il nome stesso “STAY BEHIND”. Questo blog infatti non ha alcuna relazione ne diretta ne indiretta con la STAY BEHIND ed è importante che i lettori ne siano a conoscenza al fine di evitare spiacevoli equivoci per entrambi le parti.
    Anche l’Associazione Italiana Volontari STAY-BEHIND è a conoscenza di questa situazione di “anomala” omonemia.

    Cordiali Saluti

  2. Pingback: Huffington, altro che articolo 18 « Stay Behind (the truth)

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